10 Migliori Scarpe Running Hoka: Tutti i Modelli a Confronto

10 Migliori Scarpe Running Hoka: Tutti i Modelli a Confronto

In questo articolo vedremo tutte le migliori scarpe running Hoka che ho provato, con le recensioni dal primo all’ultimo modello, per la corsa su strada.

Hoka è sulla scena da ormai diversi anni, ha in catalogo molte scarpe tra cui scegliere, forse anche troppe!

Il nome originale di questo brand è Hoka One One, che deriva dalla lingua maori e non è semplicissimo da pronunciare.

Ma recentemente hanno deciso di ridurre il nome ad un più semplice “Hoka” e basta, magari proprio per evitare quei problemi di pronuncia!

Quello che rimane è la qualità inconfondibile di questo brand, che io uso da diversi anni e che ha davvero tantissimi fan.

Scarpe running Hoka: ammortizzate, ingombranti, massimaliste!

Quando due ex dipendenti della Salomon hanno deciso di fondare il brand Hoka One One, avevano in mente di dare più ammortizzazione ai runner, soprattutto in discesa, e di avere un comfort senza pari.

Ma di sicuro non immaginavano che sarebbero presto diventati i proprietari di un marchio così famoso.

Hoka è diventata una delle aziende leader nel giro di pochissimi anni. Se partecipate a qualche gara di corsa ve ne sarete accorti: si vedono dappertutto, sia per le gare su strada che su quelle in montagna.

A cosa si deve questo successo straordinario?

Secondo me, e secondo molti altri, si deve ad un azzardo…

I due amici hanno pensato di creare delle scarpe iper ammortizzate proprio quando il mondo delle scarpe da running stava andando in tutt’altro direzione. Infatti, circa una decina di anni fa, eravamo in piena era Barefoot Running, ovvero quel movimento che promuove un tipo di corsa più “naturale”.

Eliminare ammortizzazione, togliere struttura, alleggerire al massimo le calzature… Questo era ed è l’obiettivo degli amanti del correre minimalista.

Hoka, invece, ha puntato a tutt’altre caratteristiche: aggiungere tanta (tantissima) ammortizzazione, strutturarle con suole anche molto rigide e creando scarpe quasi ingombranti, vistose, lontanissime dal quel concetto di minimal.

Il differenziale basso è forse l’unica cosa che le avvicina un po’ alle minimaliste.

Eppure, ha funzionato.

Ma non è solo l’ammortizzazione che le rende uniche. L’introduzione del Meta Rocker, tecnologia che serve a “spingere” un po’ in avanti il piede e ad accompagnarlo meglio nella rullata, ha un suo ruolo evidente.

Ma anche l’Active Foot Frame, ovvero l’intersuola che “accoglie” il piede al suo interno, con i bordi un po’ sollevati per dargli maggiore stabilità.

E poi il look, che per fortuna è nettamente migliorato negli anni ed è ora un segno distintivo dell’azienda.

Come passare alle scarpe con drop basso

Prima di vedere tutte le migliori scarpe running Hoka, faccio una breve premessa, ma importante.

Fate attenzione perché tutte le Hoka hanno differenziali tacco-punta bassi.

Viene chiamato anche drop ed è essenzialmente la differenza di altezza che abbiamo tra la parte davanti e quella dietro della scarpa. Perché il piede, in quasi tutte le scarpe che usiamo tutti i giorni, non è parallelo al suolo, ma è un po’ inclinato in avanti, come se stesse quasi su dei tacchi.

Le scarpe classiche da corsa hanno un drop elevato, di solito dagli 8 ai 12 millimetri. Mentre le Hoka ce l’hanno a 4 o 5 mm.

Ho già parlato del drop sia nella mia guida su come scegliere le scarpe da corsa, sia nell’articolo dedicato alle scarpe con il drop zero. Quindi non mi dilungo troppo su questo punto.

Ma è importante sapere che i differenziali bassi usano muscoli e tendini in modo diverso rispetto ai drop più alti. Stimolano di più le caviglie, i polpacci e il tendine d’Achille, quello dietro il piede.

Possono avere un effetto decisamente positivo sulla nostra tecnica di corsa ed evitarci anche molti infortuni. Ma la questione è soggettiva.

In ogni caso bisogna porre attenzione al cambio di scarpe: se veniamo da scarpe “tradizionali”, è bene fare questo passaggio gradualmente, in modo da abituare muscoli, tendini e articolazioni.

Significa, quindi, usare inizialmente queste scarpe per pochi chilometri, alternando gli allenamenti anche con quelle vecchie.

Non cercate di accelerare i tempi, datevi tempo, anche 2-4 mesi, ed eviterete brutti infortuni.

Come scegliere le scarpe Hoka

É ovvio che un runner esperto ha già un’idea di cosa vuole e cosa gli serve per le sue corse.

In questo caso la scelta sarà in base a cosa vuole farci. Gli serve per allenarsi o per le gare? Per allenamento quotidiano a ritmi lenti? Oppure veloci? Oppure per farci un po’ di tutto?

E il runner saprà, più o meno, rispondersi in modo efficace.

Per chi inizia, invece, può essere più difficile. Ma, paradossalmente, anche più facile.

Perché di solito è consigliato stare su modelli di scarpe comode, per ritmi rilassati, che possano fare un po’ di tutto. Non serve quindi diventare pazzi a cercare il modello perfetto (cosa che invece io faccio continuamente!).

Perché si imparerà a decidere con l’esperienza.

Per adesso, se il dubbio è come scegliere le scarpe Hoka, vi basterà sapere dove si andrà a correre, perché le scarpe da strada e quelle da trail running (per i sentieri, etc.) possono essere molto diverse tra loro. Per il trail abbiamo un articolo dedicato alle Hoka.

Se invece volete restare sull’asfalto, seguite i miei consigli: per ogni scarpa recensita sotto indicherò quelle adatte anche ai principianti.

Le migliori scarpe running Hoka per correre su strada

Hoka Clifton 8

In sintesi: neutre, molto ammortizzate, leggere, anche per principianti

Le Hoka Clifton 7 sono scarpe che sono piaciute moltissimo.

Con la nuova versione, le Clifton 8, Hoka non va a stravolgere nulla, mantenendo tutte le buone qualità che già aveva.

Soprattutto l’ammortizzazione, sempre abbondante ma non esageratamente soffice. É semplicemente perfetta, a mio avviso.

Il drop è di 5 mm e la rullata è piacevole e adatta anche a ritmi diversi, sia per allenamenti lenti che per quelli un po’ più veloci.

Hoka ha invece aggiustato un paio di cosette che vanno, secondo me, a far diventare questa scarpa quasi perfetta.

In primis il peso, che ora è di circa 250 grammi per la taglia 42. Davvero eccellente.

Poi la traspirabilità, che seppur buona già prima, ora è anche meglio.

Ma anche l’ampiezza in punta sembra aver acquisito qualche millimetro in più, a tutto vantaggio della comodità delle nostre dita, soprattutto quando vogliamo stare con le scarpe ai piedi per ore.

Forse non ideali per chi cerca molta struttura in una scarpa, anche se sul tallone tiene molto bene il piede.

Per tutti gli altri, sono un modello decisamente azzeccato.

HOKA Clifton 08 Scarpa Running da Strada per Uomo
  • Materiale: Sintetico
  • Materiale Interno: Sintetico
  • Altezza Tallone: 29 mm

Hoka Rincon 3

In sintesi: neutre, economiche, incredibilmente leggere, per ritmi veloci e gare

La leggerezza è sicuramente il motivo principale per cui sceglierle. Arrivano ad appena 210 grammi! Sono praticamente delle piume.

Questo non è solo un vantaggio per le gare, ma va a migliorare tutta la sensazione di corsa, rendendola molto piacevole.

Rispetto alla versione precedente hanno modificato in parte la tomaia e l’intersuola, e sono ora leggermente più morbide e anche confortevoli.

Sulla tomaia rimangono molto comode, non sono strutturate come altre Hoka, ma avvolgono ottimamente il piede e anche sul tallone tengono bene, senza esagerare in rigidità.

Cambiata leggermente anche la suola, che ora sembra avere capacità di durata migliori.

L’ammortizzazione è rimasta elevata, ma sono scarpe reattive, che ben si adattano alla nostra voglia di spingere.

Sono infatti scarpe indicate per gli allenamenti veloci e per le gare. Per molti runner se ne fa uno a settimana, che può essere di ripetute, oppure tenendo un ritmo più elevato del solito per molti chilometri. Questi sono i momenti in cui le Rincon 3 danno il meglio.

Ma dicevo che sono anche versatili… infatti non hanno alcun problema a tenere corse più lente. Quasi delle “tuttofare“.

Merito anche dell’intersuola in EVA, il classico composto che Hoka usa spesso nelle proprie scarpe, come altri marchi, e che

Un altro buon motivo per scegliere le Hoka Rincon 3 è che sono, probabilmente, le Hoka più “economiche” visto che restano sotto i 120€.

Ah, se avete piedi larghi vi consiglio di puntare sulla wide. Le Rincon 3 sono le classiche scarpe Hoka, ovvero “giuste” sul piede standard, ma tendenti allo stretto. Se quindi sapete di avere piedi più abbondanti, meglio prendere quelle più accomodanti.

Hoka Kawana

In sintesi: neutre, per runner pesanti e ritmi lenti, anche per principianti

Le Hoka Kawana sono le ultime arrivate in casa Hoka.

Si vede subito che sono pensate per runner di un certo peso, o per chi ha iniziato da poco a correre. Perché il peso non è tra i più bassi, siamo su circa 290 grammi per la taglia 42.

La tomaia e tutta la parte superiore non sono strutturate, ma flessibili e morbide. Lasciano il piede abbastanza libero di muoversi. Ma la calzata è comunque sicura, il piede ben fasciato.

La pianta è molto larga, il che va a contribuire per aumentare la stabilità generale della scarpa. La classica forma sfiancata, più stretta al centro, è quasi sparita in questo modello.

L’intersuola non è super morbida come in altri modelli. É molto densa e quindi dà una sensazione di pienezza, non si “sprofonda” come accade in altri casi.

Ma stiamo parlando pur sempre di una Hoka, e quindi difficilmente troviamo poca comodità… Infatti anche queste sono molto, molto confortevoli quando si corre.

La suola ha una particolarissima coda, che mi ricorda quella di una rondine: tagliata al centro, con il risultato di avere una doppia punta.

Anche nei colori questa suola si distingue dalla massa: non c’è un colore pieno, ma sfumature.

HOKA 1123164-BDBB, Sneakers Donna, Blanc De Blanc Butterfly, 38...
  • tradizionale gomma EVA per l'ammortizzazione
  • controllo della pronazione più leggera
  • Rifinita con una nuova tomaia morbida con linguetta a soffietto

Hoka Arahi 6

In sintesi: stabili, per iperpronatori, leggere, anche per principianti

Le Hoka Arahi sono una scarpa che vediamo da alcuni anni e che i fan del marchio apprezzano molto. In effetti sono scarpe molto buone.

Le scarpe stabili son quelle vanno ad aiutare il piede che tende a pronare troppo. La pronazione ha a che fare con la meccanica del piede, ed è assolutamente normale che ci sia.

Ma quando è eccessiva e il piede cede molto all’interno, sull’arco, ecco che un piccolo aiuto può migliorare la corsa.

La stabilizzazione viene effettuata dal cosiddetto J-Frame, una tecnologia che impiega una sorta di uncino che partendo dal lato interno della scarpa va ad avvolgere il piede, prendendo anche il tallone.

Questo sistema è quello che sostiene il piede e lo “guida”, senza però essere troppo presente come accadeva in alcune scarpe stabili anni fa.

L’intersuola è fatta in CMEVA, e Hoka le classifica come un modello dall’ammortizzazione reattiva, non tra quelle super morbide. E infatti è così, l’intersuola è densa e più compatta di altre.

É presente il Metarocker, come in molti altri modelli dell’azienda, che aiuta a spingere in avanti ad ogni passo.

La suola è quasi tutta coperta da gomma, ad eccezione della parte centrale, verso l’interno, che potrebbe usurarsi un po’ più rapidamente. Ma i punti di maggior contatto con tutti ben coperti e l’aderenza complessiva è molto buona.

Il drop è di 5 mm e il peso complessivo di 270 grammi per la taglia 42. Complessivamente non è affatto male per una scarpa stabile, che di solito pesa ben di più.

Infine, le Arahi 6 sono anche scarpe che hanno un gran bel look.

Hoka Gaviota 3

In sintesi: stabili, per iperpronatori, anche per principianti

Sono un modello molto comodo, adatto a chi ha i piedi che tendono a iper-pronare o a cedere verso l’interno in modo marcato.

Strutturate e solide, perfette per coloro che amano sentirsi ben fasciati nella scarpa.

La pianta aiuta decisamente con la stabilità, è molto larga e fa sentire sicuri ad ogni passo.

La tecnologia J-Frame, di cui accennavo prima sulle Arahi, è molto efficace e non intrusiva. É un bel passo avanti rispetto ai vecchi inserti che davano si stabilità, ma a volte cambiavano troppo il movimento del piede.

C’è molta ammortizzazione, ma non è troppo morbida, direi molto ben bilanciata in questo caso. Anche un po’ reattiva, per dare una buon ritorno di energia.

É leggermente vistosa data la sua mole, ma una volta indossate sono fantastiche.

La suola è molto marcata per essere una stradale. Sembra quasi da trail running a prima vista, e secondo me non vanno male neanche su sterrati.

Il drop è di 5mm.

Se avete piedi un po’ più larghi del solito, meglio andare sulla versione wide, perché le standard vestono strette.

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Hoka Bondi 7

In sintesi: neutre, le più ammortizzate e morbide da strada, per ritmi lenti, anche per principianti

Se quello che volete è avere la scarpa più morbida che possiate trovare, allora le Bondi 7 sono giuste per voi.

Sono al top della categoria per la loro intersuola soffice, super comoda, che non stanca praticamente mai. E sono anche le Hoka più grosse che potete trovare.

Sono scarpe molto rigide. Può sembrare una contraddizione, visto che ho appena detto che sono comodissime.

Ma è tutto normale: questa caratteristica è tipica di molte Hoka, che usa intersuole leggere, ma quasi mai flessibili a livello torsionale. Questo guida bene il piede, ma offre comunque una piattaforma molto soffice.

Il risultato è straordinario, sotto molti punti di vista.

La tomaia è traspirante, anche se mi piacerebbe che lo fosse un tantino di più; lacci e linguetta fanno un gran bel lavoro ad aumentare il comfort di una scarpa che lo è già.

Sul tallone abbiamo abbondante imbottitura, che avvolge bene tutta la zona del tendine d’Achille.

Tutta questa ammortizzazione viene con un limite: il peso, che è di circa 300 grammi per un 42,5 di piede. Ma posso assicurarvi che non vi darà alcun fastidio, perché ai piedi la sensazione è comunque quella di avere un modello non così pesante.

É certamente una scarpa pensata per farci davvero tanti chilometri, sia per uscite molto lunghe che per le giornate facili, quando corriamo a ritmi lenti, oppure nei giorni di recupero attivo, per corsette brevi o per camminare.

Il classico esempio è il lunedì, per molti runner, quando vogliono fare pochi chilometri, rilassati, per recuperare dal giro lungo del weekend.

Non da portare per una gara, a meno che non vogliate farla con calma, senza pensare ai tempi.

Hoka Bondi X

In sintesi: neutre, con piastra in carbonio, per lunghe distanze

Le Bondi X sono delle Bondi riviste in termini di performance.

Come le altre sono decisamente tra le più ammortizzate e morbide scarpe che potete trovare in giro.

Ma dove differiscono dalle classiche Bondi è sicuramente nella piastra. Le Bondi X hanno infatti una piastra in carbonio posta nell’intersuola. Avrete già sentito parlare di queste piastre.

É famosa l’impresa di Eliud Kipchoge, uno dei migliori atleti del mondo, che è riuscito ad abbattere il muro delle 2 ore nella maratona. Non una gara ufficiale, ma pur sempre incredibile il tempo che ha fatto.

Ci è riuscito anche grazie a delle Nike appositamente studiate, che per mezzo di una piastra al carbonio riescono a spingere in avanti e a far guadagnare secondi e a volte minuti nelle gare. Non tanto, starete pensando, ma per gli atleti d’élite è tantissimo.

Anche Hoka ha quindi iniziato a produrre scarpe con questa caratteristica, e le Bondi X ne sono un esempio.

Certo che mettere una piastra pensata per la performance in una Bondi, che è tutto l’opposto, non sembra una buona idea. E invece funziona abbastanza bene.

Senza la piastra sarebbero forse un po’ troppo “sedute”, invece così riescono anche ad avere un po’ di grinta quando serve.

Danno anche molto spazio in punta per le dita, che di solito si gonfiano dopo molti chilometri e necessitano di maggior comfort.

Sono scarpe imponenti, con l’intersuola e la suola si estendono vistosamente all’indietro.

Il drop è il classico 5 mm.

Hoka Mach 4

In sintesi: neutre, leggere, divertenti, per allenamenti anche a ritmi veloci

Le Hoka Mach 4 sono una bella sorpresa.

Il comfort è palpabile fin da subito. Non che sia una novità nelle Hoka, ma qui è particolarmente ben studiato, con il risultato di sentirsi subito in perfetta sintonia.

Avvolgono benissimo il piede e danno struttura sul tallone.

L’intersuola è più rigida sull’avampiede e morbida sul tallone, così da offrire comodità, ma anche spinta in avanti. Nella parte anteriore sono infatti anche più flessibili, cosa che non ti aspetti da una scarpa Hoka.

Sono infatti grintose, mettono voglia di andare veloci, e regalano una bella rullata, reattiva, divertente.

Ma sono anche davvero leggere. Per un 42 sono circa 230 grammi.

Sulla suola notiamo la “coda di rondine” di parlavo anche prima per le Kawana. Utile a dare maggiore stabilità a tutto il piede, oltre a dare un po’ nell’occhio per la strana forma!

La combinazione tra questa coda e l’intersuola porta ad un atterraggio di piede molto dolce, accompagnato. In due parole davvero confortevole.

La trazione è buona, anche sul bagnato.

Sono ideali per farci corse di molti chilometri, ma non sono propriamente scarpe “rilassate”. Danno il meglio quando spingiamo un po’ di più.

Hoka Carbon X2

In sintesi: neutre, con piastra in carbonio, per gare di lunga distanze, anche oltre la maratona

Rispetto alla prima versione le X2 sono leggermente più flessibili e anche più morbide. Sulla tomaia si nota un’ottima traspirabilità, che le rende ottime per chi suda molto nelle giornate più calde.

Circa 240 grammi per la taglia 42,5. Quindi scarpe molto leggere. Sono anche molto stabili, probabilmente grazie anche alla pianta larga.

La suola non è ricoperta dai classici inserti in gomma, ma è fatta in schiuma EVA che è stata trattata per resistere, un po’ come fosse stata gommata.

Ha un look decisamente liscio, che sembra non possa dare molto grip sull’asfalto. E invece è proprio il contrario. L’aderenza è eccellente, perfetta per chi deve sfruttare ogni passo per andare più veloce.

Anche la durata sembra essere notevole.

Le Hoka Carbon X2 sembrano perfette per chi corre maratone o anche per chi si cimenta con le ultra di 50, 80 o 100 km. Un esempio è la mitica 100km del Passatore, che forse conoscerete.

Quindi adatte a ritmi sostenuti, ma non troppo veloci. Sono comunque anche abbastanza versatili da poter essere usate per allenamenti brevi.

Hoka Rocket X

In sintesi: scarpe neutre molto leggere, per allenamenti e gare brevi

Le Carbon X pesano appena 215 grammi per la taglia 42,5. Davvero fantastico per un’Hoka.

L’ammortizzazione non è la solita: è poca e non troppo morbida, questo per dare più reattività al passo.

La piastra in fibra di carbonio è molto efficace e si sente. Il Meta Rocker è qui posizionato vicino al collo del piede per dare maggiore agilità.

Le Carbon X hanno una rullata energica, divertente.

La suola è molto particolare, con gli inserti di gomma minimali e nei punti strettamente necessari per avere aderenza, punta e in esterno-interno del tallone.

É una scarpa che offre anche molta stabilità al piede, ideale per chi cerca quel sostegno e struttura.

Sicuramente una scarpa ottima, ma che secondo me non sta al passo con le cugine Carbon X2 viste prima.

Le migliori scarpe running Hoka a confronto

Brevemente, ecco alcuni tra i confronti più richiesti.

Differenze Hoka Clifton 8 e Hoka Rincon 3

Sono scarpe per certi versi molto simili.

Se volete il massimo della leggerezza e del divertimento, io starei sulle Rincon.

Se cercate un po’ più di stabilità e struttura, allora meglio le Clifton.

Differenze Hoka Carbon X2 e Hoka Rocket X

Entrambe pensate per le gare ed entrambe con lo stessa piastra in carbonio, ma le Rocket X sono scarpe più adatte a quelle brevi. Mentre le Carbon X2 possono benissimo andare oltre le maratone.

Forse meglio riuscite le Carbon X2 rispetto alle Rocket X.

Differenze tra Hoka Arahi 6 e Hoka Gaviota 3

Entrambe con il sistema J-Frame per aiutare nella pronazione eccessiva, ma le Gaviota hanno un po’ più di stacco e di altezza, dando maggiore protezione.

Sono però anche più grosse e più pesanti delle Arahi.

Differenze Hoka Bondi 7 e Hoka Bondi X

Son entrambe super-ammortizzate e soffici.

La differenza principale è che la Bondi X ha la piastra in carbonio ed è quindi più orientata alla performance.