Correre con la pioggia: 4 incredibili effetti sul corpo

Correre con la pioggia: 4 incredibili effetti sul corpo

Si sentono le prime gocce sul tetto: le previsioni meteo avevano ragione…

Apriamo la finestra e guardiamo scoraggiati le pozze formarsi sull’asfalto. A testa bassa, come bambini a cui la mamma ha vietato il gioco all’aperto, rimettiamo sconsolati le scarpe da corsa nell’armadio… o no?

Recentemente abbiamo dedicato un articolo alla corsa invernale, consigliando diverse strategie per sconfiggere il freddo e uscire lo stesso ad allenarsi. Ora è il turno della pioggia. Davvero la pioggia dovrebbe farci saltare un allenamento? Perchè non correre con la pioggia?

Confessiamolo subito: chi scrive ha un debole per la corsa sotto la pioggia. Suona come un’inconfessabile perversione, ma non è così (almeno speriamo). Correre sotto la pioggia ha un suo fascino unico, e se dovessi elencare a memoria le mie dieci corse preferite in assoluto, credo che la metà sarebbero sotto la pioggia.

Come si può passare da rintanarsi a casa ai primi segni di maltempo a godersi un allenamento sotto l’acquazzone, tanto da metterlo nella top ten dei propri ricordi podistici? Scopriamolo con 10 consigli (+1) per correre sotto la pioggia.

Ma sì, l’idea di uscire e sfidare le intemperie sarà anche allettante, ma non si rischia di ammalarsi, di scivolare, di infangarsi fino alle orecchie…? Non è meglio preservarsi la salute e rispolverare il vecchio tapis roulant?

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Correre sotto la pioggia: 4 incredibili effetti sul corpo

Correre con la pioggia migliora le prestazioni

Quando ci alleniamo, i nostri muscoli producono calore e la temperatura corporea può aumentare fino a 38 gradi, spiega la fisiologa Rebecca L. Stearns, del Korey Stringer Institute (Università del Connecticut), che studia la massimizzazione delle prestazioni atletiche.

Ma 2 gradi sopra il normale bastano per influire negativamente sulla nostra performance, perché per raffreddare il corpo con il sudore una parte del flusso sanguigno viene deviato dai muscoli alla pelle. Più ci accaldiamo, meno forte andiamo.

Ed è qui che la pioggia diventa una nostra alleata. L’acqua piovana è infatti un condizionatore naturale, che agisce come un sistema di raffreddamento e impedisce il surriscaldamento. Ridurre al minimo l’aumento della temperatura corporea durante l’esercizio fisico consente di correre di più e in modo più efficiente.

Una recente ricerca nel Journal of Sports Sciences ha scoperto che bastava spruzzare con acqua fredda (simulando quindi la pioggia) i corridori durante una corsa di 5 km con il caldo, per limare di 36 secondi il loro tempo normale, e aumentare del 9% l’attivazione dei muscoli delle gambe.

Correre con la pioggia aiuta a gestire meglio le riserve energetiche

Una ricerca dell’Università svizzera di Berna sugli effetti delle diverse temperature sull’allenamento ha rilevato un altro vantaggio nella corsa sotto la pioggia.

La ricerca ha dimostrato che il nostro corpo utilizza più grassi durante la corsa a temperature inferiori. Questo significa che quando si corre a lungo al freddo è più facile preservare le riserve di glicogeno (zucchero) muscolare, che sono limitate.

Lo zucchero è il corrispettivo fisiologico di un gel energetico durante una gara. È un carburante a portata di mano, che fa effetto velocemente. Ma, proprio come una bustina di gel, finisce presto.

Il nostro corpo invece ha la possibilità di stipare molti più grassi, che bruciano energia più lentamente. In un mondo “ideale”, se il corpo utilizzasse come benzina solo i grassi, potremmo correre per settimane!

Quindi se la corsa sotto la pioggia spinge il nostro corpo a preferire i grassi come carburante, il risultato è che risparmiamo zucchero per dopo e preveniamo l’affaticamento precoce durante l’esercizio.

Correre con la pioggia rinforza le difese immunitarie

Correre sotto la pioggia ci farà ammalare? Non se ci si veste in maniera adeguata, come vedremo. Anzi. Ci aiuta a migliorare le difese immunitarie e a rafforzare il corpo. Proprio la pioggia, questo condizionatore naturale, costringe il corpo ad attivare più in fretta e a pieno regime la risposta degli anticorpi. Come?

Quando iniziamo a correre, la frequenza cardiaca aumenta a causa dell’adrenalina e il sangue inizia a scorrere più velocemente. Il corpo si attiva e richiama i globuli bianchi, le cellule del sistema immunitario, che iniziano a circolare per combattere qualsiasi potenziale patogeno.

“Entro pochi secondi dall’inizio della corsa, le cellule immunitarie aumentano, raddoppiano, triplicano e addirittura decuplicano”, spiega James Turner, immunobiologo dell’Università inglese di Bath .

Circa 10-15 minuti dopo aver terminato un allenamento, a bassa o alta intensità, il conteggio delle cellule torna alla normalità. Ma poi, dice Turner, quelle cellule immunitarie diminuiscono al di sotto dei livelli normali per diverse ore prima di tornare al normale livello di base.

Fino a poco tempo fa si riteneva che nel post-allenamento il sistema immunitario dei runner fosse quindi soppresso, lasciando le persone più suscettibili alle infezioni.

Ma il professor Turner e il suo collega John Campbell hanno scoperto che quelle cellule immunitarie non scompaiono una volta finita la corsa. Non sono rilevate perché sono al di fuori del flusso sanguigno (fenomeno chiamato “extravasazione leucocitaria”), a cercare eventuali infezioni. Il che è “esattamente quello che dovrebbero fare”, sostiene Turner.

Questo processo è chiamato immunosorveglianza, e la corsa può farlo accadere in modo più rapido ed efficiente.

Per non parlare degli effetti a lungo termine di un allenamento regolare. Uno studio del 2018 pubblicato su Aging Cell ha rilevato che dei ciclisti di 75 anni avevano meno immunosenescenza – deterioramento del sistema immunitario associato all’invecchiamento – rispetto a persone di 55 anni che non si allenavano.

Correre sotto la pioggia: un effetto sulla mente a cui forse non avevi pensato

L’ho già confessato: chi scrive ha un debole per la corsa con la pioggia. E questo non ha tanto a che fare con i benefici per il corpo, quanto con quelli relativi alla mente e all’umore.

In questo caso non serve citare studi scientifici o prestigiose università, ma basta ricorrere alle mie esperienze da runner.

Inizia a piovere, la luce grigia e uniforme farebbe apparire poco invitante anche il più bel sentiero del mondo. I portaombrelli tracimano e la gente si ripara in casa: la giornata è persa.

Ma si può ritrovarla? Un occhio alla lista di consigli che segue, e via.

Chi corre in città troverà le strade tutte per sé, come in un mondo parallelo offerto ai soli runner. Musica nelle orecchie (magari con un Garmin che fa da dj) e quella sensazione di stupida – e meravigliosa – invincibilità che si raggiunge solo quando si corre con un clima “avverso”.

Chi corre su trail si troverà immerso negli odori del bosco, sprigionati dalla pioggia, con la colonna sonora ambient più rilassante di tutte: il tappeto acustico delle gocce tra gli alberi, con la liquida batteria dei nostri passi nelle pozzanghere a tenere il ritmo.

Personalmente, quante volte mi sono trovato a correre su un sentiero, immerso nella nebbia azzurrina della sera, in parte riparato dall’ombrello dei rami, sentendo il mio passo farsi sempre più leggero e distante dal quotidiano.

Ho pensato spesso: se incrocio qualcuno probabilmente penserà che sono pazzo. In pantaloni corti, con il fiatone, schizzi di fango dalla testa ai piedi e un sorriso immotivato sulle labbra, neanche fossi in spiaggia con un cocktail in mano… non devo sembrare normale.

Eppure non c’è niente di più normale. Correre sotto la pioggia è come fare un sogno sull’infanzia.

Le gambe girano, la testa è sgombra, sono altrove. Ecco che dall’altro sentiero mi raggiungono i miei amici di quando avevo 12 anni. Ci salutiamo con i soprannomi di allora e nessuno sembra stupito di essersi ritrovato proprio lì, in un bosco, di sera, sotto la pioggia.

A guardarci bene, non sembriamo invecchiati per niente. Andrea ha ancora quella sua orrenda maglietta tarocca con Ken Shiro disegnato male.

Corriamo con le ginocchia leggere di quando si è alle medie, saltando nelle pozze per schizzarci apposta con il fango. Non si sa come, ma Giovanni ha fiato a sufficienza per spiegarci nei dettagli – urlando per raggiungere anche gli ultimi della fila – l’ennesima sua cruciale modifica alla classifica delle ragazze più belle della classe.

È il sesto aggiornamento in un mese, dovuto ai rapidi sviluppi delle nostre compagne, che disorientano il sensibilissimo metro di giudizio di Giovanni.

Continuiamo a correre. È così facile correre così.

In ogni segno sugli alberi Simone vede una zampata di Big Foot. Simone ci crede, dice che è uno scimmione preistorico che vive ancora nei nostri boschi. Lo sa, perché l’ha letto “su un libro trovato a casa dei nonni”. Il libro si chiama “Pianeta sconosciuto”, di tale Peter Kolosimo. Noi acceleriamo e ridiamo di lui, che in discesa rimane sempre indietro e che una volta ha visto un UFO.

Le nebbia si dirada, il battito delle gocce è rallentato, come la perdita di un rubinetto di notte. Ora si ferma. È strano il silenzio, dopo tante voci. Non piove più. Mi ritrovo davanti alla macchina, zuppo, fumante di vapore. Strava mi dice che ho fatto il mio record sul sentiero. Mi dice che ho corso da solo. Strava non capisce niente.

Come vestirsi per correre con la pioggia e altri consigli

Inutile negare che correre sotto la pioggia può anche essere molto sgradevole, se non si seguono alcuni accorgimenti. Come evitare che diventi una pena? Ecco 10 suggerimenti.

Non vestirsi troppo

Come vestirsi per correre con la pioggia? Iniziamo con l’evitare un errore piuttosto comune: vestirsi troppo.

È vero che la pioggia abbassa la temperatura, ma ricordiamo sempre la regola del +10°: in corsa la temperatura percepita è di circa 10° gradi superiore a quella effettiva. Una pioggia d’aprile non ci fa precipitare all’improvviso in un novembre fuori stagione!

Ricordiamo anche che dieci strati di vestiti (soprattutto se del materiale sbagliato) non ci proteggeranno dall’acqua, anzi. Suderemo molto e ci ritroveremo a correre in una sauna ambulante, vanificando tutti gli effetti positivi della pioggia.

Possiamo tranquillamente correre anche in pantaloni corti e maglietta, soprattutto se la pioggia non è battente (dell’impermeabile parleremo tra poco). Perché, mettiamoci il cuore in pace, correndo sotto la pioggia ci bagneremo in ogni caso. L’importante non è non bagnarsi, ma correre senza sentire né troppo freddo né troppo caldo. E cambiarsi i vestiti appena torniamo alla macchina

Non indossare cotone

Senza addentrarci in un discorso su tutti i tessuti disponibili sul mercato, ci limitiamo a sconsigliare il cotone in caso di pioggia. Il cotone si imbeve e non si asciuga facilmente. Risultato: continueremo a correre bagnati anche un’ora dopo che ha smesso di piovere!

Meglio quindi optare per un intimo tecnico e per vestiti traspiranti, che comunque gestiscono meglio anche il sudore

Impermeabile traspirante

Ne abbiamo già parlato nel nostro articolo sulla corsa in inverno, ma vale la pena tornare sull’argomento. Abbiamo detto che correndo sotto la pioggia ci si bagna inevitabilmente, ma questo non significa che non possiamo proteggerci e limitare i danni.

Un buon impermeabile non è però quello che evita anche all’ultima gocciolina di raggiungere la nostra pelle, ma quello che fa un buon lavoro da equilibrista. Da una parte impedisce quanto più possibile all’acqua di entrare, dall’altra permette al sudore di uscire.

Una cerata 100% impermeabile ci aiuta sì a difenderci dall’acqua, ma in pochi minuti correremo zuppi di sudore, sostituendo un problema con un altro.

Scegliamo quindi degli impermeabili pensati per la corsa, non troppo pesanti e, soprattutto, traspiranti nei punti chiave: schiena e ascelle.

Per saperne di più, ecco il nostro dedicato sulle migliori giacche.

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Mettere delle scarpe vecchie e asciugarle con dei giornali

Anche in questo caso, non facciamoci false illusioni. A meno che la pioggia non sia leggera e corriamo solo su asfalto, molto probabilmente l’acqua entrerà nelle scarpe.

Il consiglio è quindi quello di indossare delle scarpe alle quali non teniamo più di tanto, magari un modello vecchio non del tutto consumato. In questo modo potremo permetterci di lasciarlo ad asciugare nei giorni successivi, evitando di dover rimettere ai piedi delle scarpe ancora bagnate e infangate.

Un “rimedio della nonna” per asciugarle dopo la corsa? Rimuovere le solette, spruzzare uno spray antibatterico e antiodori, dare una spolverata di borotalco e riempirle di palline fatte con quotidiani accartocciati, che sostituiremo dopo qualche ora.

Scegliere i calzini giusti

La corsa sotto la pioggia ci invita a tirare fuori dall’armadio i nostri calzini tecnici, lasciando alle giornate di sole quelli di qualità minore.

I calzini che cerchiamo sono anti-vesciche (la pioggia può causare sfregamenti) e sono traspiranti, in modo che non trattengano l’acqua per tutta la durata della corsa. Vedi questi su Amazon per farti un’idea:

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Non essere ossessionati dal Gore-tex

Rispetto al punto 4 in molti avranno obiettato: ma le mie sono in Gore-tex, sono fatte apposta per non bagnarsi!

Il Gore-tex è un materiale straordinario, un vero e proprio salvavita per gli amanti dell’outdoor. Non vogliamo certo negare la sua qualità (che non a caso si paga).

Tuttavia, soprattutto per chi corre su sentiero, è inevitabile che l’acqua in qualche modo trovi la sua strada per entrare nelle scarpe, Gore-tex o meno. Che sia attraverso i calzini o a seguito di un distratto atterraggio in una pozza, l’acqua ci bagna i piedi.

A quel punto l’ideale sarebbe che uscisse facilmente così come è entrata. Con il Gore-tex questo diventa più difficile, perché le sue stesse virtù impermeabili la intrappolano dentro.

Consiglio di massima: se pensate di correre spesso con la pioggia, soprattutto a basse temperature e prevalentemente su asfalto, il Gore-tex vi terrà i piedi asciutti. In tutti gli altri casi, vi ritroverete coi piedi bagnati in ogni caso. Quindi, trail runner, tanto vale che vi prendiate un modello “normale”, che si bagnerà e asciugherà altrettanto in fretta.

Indossare un cappello con visiera

Sì, una visiera non ci protegge solo dal sole, ma anche dalla pioggia. Soprattutto se si hanno occhiali o lenti a contatto.

Da solo, abbinato a una fascia da corsa, a una bandana o al cappuccio della giacca impermeabile, un cappello con visiera ci ripara nell’unico punto che davvero non vogliamo bagnare: gli occhi.

Vedi il nostro articolo dedicato ai cappellini per correre qui.

Proteggere gli strumenti elettronici

Correre con la pioggia sentendo la nostra work-out song preferita ci dà una carica in più. Fino a quando non si torna a casa e si scopre che il telefono o l’ipod sono zuppi…

Bastano delle semplici buste impermeabili da tenere in tasca o nel nostro zaino da corsa, per risparmiarci brutte sorprese. Eccone una qui su Amazon.

Fare attenzione alle irritazioni

La pioggia e lo sfregamento tra pelle e tessuti possono creare spiacevoli inconvenienti. Scegliamo i nostri indumenti a prova di irritazione e in casi estremi applichiamo un po’ di vaselina nelle zone più soggette ad arrossamenti: interno coscia, ascelle, petto, il punto di contatto con l’estremità dei calzini…

Portare un cambio completo

Parrà ovvio, ma ricordiamo di tenere in macchina un cambio completo. E per completo, sì, intendiamo anche le mutande, nel caso di acquazzoni! Non è il massimo tornare a casa guidando con le mutande bagnate, giusto? La dignità e i sedili della macchina ci ringrazieranno.

Conclusioni

Il runner può correre tutto l’anno. Non c’è motivo di stare a casa se fuori fa freddo o piove, basta adottare le giuste contromisure.

Ci bagneremo, questo è vero. Ma miglioreremo i nostri tempi standard, rinforzeremo il sistema immunitario, bruceremo più grassi, impareremo a non temere più le previsioni del tempo e riscopriremo il gioco, la corsa selvaggia dell’infanzia.

Non male per un giorno da buttare, no?

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